Dassault solutions

L’universo di Dassault Systèmes: una sintesi tra mondo e dati

Al 3DExperience World di Dallas, la multinazionale ha presentato novità di offerta ma ha anche illustrato una visione sempre più olistica che vede interagire prodotti, natura e dati. Il ruolo dei gemelli virtuali per “ridisegnare il mondo”.

“Il nostro è un uni-verso. Non è un meta-verso e nemmeno un multi-verso. È un mondo di sintesi, di fusione, non è qualcosa che si pone oltre (meta-) e nemmeno ha pretese di omniscienza o di inclusione totale (omni-, multi-). Non è un mondo di consumi ma di creazione, collaborazione, innovazione”. A tracciare questa sintesi estrema di un percorso che dura da più di 40 anni è Olivier Ribet, executive vice president Emea di Dassault Systèmes. Una sintesi necessaria perché, soprattutto negli ultimi anni (diciamo dalla pandemia in poi) il progresso delle tecnologie digitali ha cambiato rapidamente i connotati di organizzazioni, processi e anche della società stessa, modificandone forma e contenuti (basti pensare, un fenomeno su tutti, alla twin transition digitale e di sostenibilità, che influenza ogni aspetto della vita dell’uomo).

I protagonisti della digitalizzazione come Dassault Systèmes da una parte hanno guidato queste transizioni, dall’altra hanno dovuto loro stessi cambiare rapidamente pelle per svolgere proprio questo ruolo guida. Così, Dassault Systèmes, come è emerso anche dal recente evento annuale (questa edizione si è svolta a Dallas, in Texas, a febbraio) si trova a dover continuare ad essere un punto di riferimento per ingegneri e designer, fornendo loro strumenti sempre più efficienti per la progettazione (Solidworks in cloud è di per sé una piccola grande rivoluzione per i team che sviluppano prodotti e processi in tutti i settori di mercato), e allo stesso tempo a costruire un proprio posizionamento come fornitore di strumenti per “ridisegnare il mondo”, come Bernard Charles (presidente esecutivo) e Gian Paolo Bassi (senior vice president) hanno detto a più riprese durante la convention.

A Dallas, IctBusiness ha potuto intervistare Olivier Ribet. Ecco un estratto dell’interessante conversazione con uno dei più visionari manager che ci è capitato di incontrare negli ultimi anni.

Ribet, come si conciliano questi due piani, apparentemente molto diversi?

“Il nostro scopo è di fornire alle aziende e alle persone universi virtuali per aiutarli ad immaginare e progettare un’innovazione sostenibile, connettere oggetti, natura e dati. Lo abbiamo scritto nella nostra mission circa 15 anni fa e ora abbiamo l’esperienza e la tecnologia per realizzare questa visione. Le persone che ci circondano sviluppano prodotti per abilitare nuove forme di energia, una nuova agricoltura, dispositivi medici avveniristici, robot, mezzi di trasporto sostenibili. Per questo è importante progettare bene ma anche capire bene il mondo in cui viviamo. I due piani, quindi, non solo sono conciliabili, ma sono strettamente correlati”.

Quali sono i cambiamenti più evidenti che vi fanno dire che questo sia il momento giusto per “ridisegnare il mondo”?

“Il mondo cambia sempre più velocemente. Le città in cui viviamo si devono adeguare, il sistema sanitario, ad esempio, deve trasformarsi, perché la popolazione invecchia e le cure mediche diventano sempre più efficaci ma anche costose. Il sistema dei trasporti è un altro esempio: la produzione e la distribuzione dell’energia elettrica sta diventando un tema sempre più importante. Il cibo è un altro punto critico: non ce ne sarà abbastanza per tutti ma molto viene ancora sprecato. Insomma, dobbiamo reinventare i processi e dobbiamo reinventare la proprietà intellettuale, non è più solo un tema di prodotti e di tecnologie.

Tutto deve essere ridisegnato e tutto deve essere fatto in modo sostenibile. L’unico modo per riuscirci è pensare in modo sistemico non solo ai prodotti, ma alle macchine che li costruiscono, alle strade, ai mezzi di trasporto, alla società. Dassault Systèmes si chiama così proprio perché crede all’approccio sistemico, nella modellazione e nella simulazione non solo degli oggetti ma anche dei fenomeni, anche grazie alle nuove possibilità offerte dall’AI”.

Olivier Ribet, executive vice president Emea di Dassault Systèmes

Sta sostenendo che riusciremo, grazie alla tecnologia, a costruire gemelli virtuali anche dei comportamenti umani?

“Non esattamente, anche perché culture diverse e persone diverse evidenziano comportamenti diversi. Possiamo però simulare fenomeni di massa, come ad esempio il traffico nelle vie di una città, aiutando a ridisegnare infrastrutture e regole nella direzione di una maggiore efficienza e sostenibilità.

Oggi con gli scenari What-if che riusciamo a costruire, possiamo prevedere i cambiamenti portati dalla realizzazione di un nuovo grattacielo nel micro-clima e nel traffico del quartiere dove è previsto, in un circolo virtuoso che ci porta dal virtuale al reale e dal reale al virtuale, tenendo sempre sotto controllo l’impatto sull’ambiente di quello che stiamo realizzando”.

Come sta cambiando la società grazie agli strumenti di simulazione come i vostri?

“Alla fine, le grandi innovazioni sono figlie del genio umano, la tecnologia è solo un aiuto. Però adesso, grazie alla possibilità di connettere menti e capitali, non sono solo le grandi aziende a poter creare prodotti innovativi ma anche piccoli team di dieci-venti persone, come ad esempio è successo con la startup tedesca Arthur, che grazie alle nostre piattaforme è riuscita e progettare e costruire l’autobus più innovativo e sostenibile al mondo”.

https://www.ictbusiness.it/focus/luniverso-di-dassault-systemes-una-sintesi-tra-mondo-e-dati.aspx