Il riconoscimento facciale di Clearview aiuta l’Ucraina in guerra

Il riconoscimento facciale di Clearview aiuta l’Ucraina in guerra

Secondo indiscrezioni di Reuters, il ministero della Difesa ucraino sta usando il software di Clearview per identificare i deceduti e scovare gli invasori russi.
Pubblicato il 14 marzo 2022 da Redazione

Nel conflitto russo-ucraino scende in campo una tecnologia controversa come quella del riconoscimento facciale di Clearview, un software già discusso in passato per le sue implicazioni etiche e di privacy. Risale a qualche giorno fa la notizia di una multa del Garante della privacy italiano nei confronti di Clearview, il cui software di mappatura della fisionomia avrebbe violato i principi del Gdpr e messo in atto “un vero e proprio monitoraggio biometrico anche di persone che si trovano nel territorio italiano”. Il programma (molto usato tra le forze dell’ordine specie negli Stati Uniti) applica analisi biometriche a dieci miliardi di immagine reperite online o da altre fonti pubbliche e, diversamente da quanto dichiarato dalla casa madre, sarebbe stato usato per collegare le mappature a persone reali, fra cui anche cittadini italiani. Il Garante contesta a Clearview l’uso dei dati reperibili dal file di immagine, della geolocalizzazione e di elementi allo scopo di risalire all’identità e alla collocazione fisica delle persone.

Ora, svela Reuters in base a documenti visionati, il ministero della Difesa ucraino starebbe usando questa tecnologia per scovare soldati e invasori russi, per identificare i deceduti nel conflitto e per combattere la disinformazione. Scopi di fronte ai quali, nel dramma di una guerra in corso, le preoccupazioni di privacy scivolano decisamente in secondo piano. Sarebbe stato proprio l’imprenditore australiano Hoan Ton-That, fondatore e Ceo di Clearview, a contattare il governo ucraino offrendo il proprio aiuto. Clearview non ha fatto la stessa offerta agli accoliti di Vladimir Putin, sottolinea Reuters.

Nel documento visionato dai giornalisti, l’iniziativa viene definita come una “operazione speciale”. Non è chiaro, esattamente, come il ministero della Difesa ucraino (che non ha risposto ai tentativi di contatto dei giornalisti) stia usando il software di Clearview, ma sappiamo che l’azienda ha concesso accesso gratuito al proprio database di dieci miliardi di immagini, tra cui ci sono due miliardi di fotografie pubblicate sul social media russo VKontakte.

Dunque, come spiegato da Lee Wolosky, consulente di Clearview (ed ex diplomatico per il governo statunitense durante il mandato di Barack Obama), sarà possibile usare le analisi biometriche per identificare persone ai posti di blocco. C’è anche chi, come l’esperto di videosorveglianza Albert Cahn, denuncia il rischio di possibili errori di identificazione indotti dal software. Se l’impiego di tecnologie biometriche per l’identificazione dei deceduti non presenta rischi troppo elevati, in una guerra non si può essere certi di nulla e “una volta introdotti questi sistemi e i database associati, non si ha più controllo sul loro utilizzo o cattivo utilizzo”, fa notare Cahn.

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